Ci sono circa trecentomila lemmi nella lingua italiana.
Più il mare magnum dei lessemi.
In totale... circa millemila parole di senso compiuto.
Millemila parole, eppure oggi non riesco a trovarne una adatta.
Bisognerebbe inventarne una nuova.
O forse sarebbe sufficiente prenderla in prestito.
Scontornarne i bordi.
Modellarla appena, stropicciandola con le mani.
Fino a disegnarle un senso nuovo.
E un vestito su misura.
Vorrei che tacessero gli impegni.
Che si aprissero le porte.
Che si spegnessero i computer.
E che qualcuno mi gongolasse.
Che più o meno è una via di mezzo tra stringermi tra le braccia per farmi ballare un valzer, e cullarmi ondeggiando un po'.
Deve essere l'effetto del riscaldamento globale.
Con il disgelo dei ghiacci polari e quello che ne consegue.
Perché io non sono una donna che balla.
Figuriamoci poi se mi faccio cullare...
Fortunatamente gongolare non ha un senso transitivo.
E nessuno lo ha mai inventato.
Mangerò un biscotto.
Che é meglio.
Per i biscotti:
400 g farina debole
270 g burro
110 g farina di mandorle
110 g zucchero semolato
1 baccello di vaniglia
Per finire:
zucchero a velo q.b.
Versare nella planetaria la farina setacciata insieme allo zucchero, la farina di mandorle e i semi del baccello di vaniglia. Unire il burro morbido e impastare con la foglia. Stendere l'impasto in una teglia all'altezza di un cm circa, coppare i biscotti con uno stampo smerlato, ricavare il foro centrale, quindi fare riposare per un paio d'ore in frigorifero.
Cuocere a 180°C fino a doratura.
Una volta freddati, coprire i biscotti con abbondante zucchero a velo.
Mangiare ondeggiando un po'.
Mangiare ondeggiando un po'.
2 commenti:
Posso lasciarmi gongolare anche io da uno dei tuoi biscotti?!
Perfetti!!
Sono qui apposta!
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