Questa volta l'occasione era davvero importante.
Festeggiare il compleanno di Coquinaria e, con la scusa di fare due chiacchiere, tirare un po' su il morale della Ross.
Bisognava affrontare un "mostro" culinario.
E cucinare tenendo su delle scarpe da urlo.
Beh... io l'ho fatto.
Ho messo su i tacchi più alti, quelli che mi fanno sentire una donna wow e che mi fanno urlare per il dolore, e ho affrontato un piatto sacro.
Forse non un mostro culinario per tutti.
Ma per me sì.
Perché questo dolce lo faceva mia nonna.
Che aveva il cuore di ghiaccio, ma cucinava come una dea.
Negli anni ho variato mille volte le dosi, i modi e i tempi di cottura.
Questa ricetta è molto buona, ed è quella che più si avvicina all'originale, ma quel sapore perduto, quel sapore... credo proprio che non lo ritroverò mai più.
Questa ricetta è molto buona, ed è quella che più si avvicina all'originale, ma quel sapore perduto, quel sapore... credo proprio che non lo ritroverò mai più.
500 g latte intero
100 g riso dal chicco tondo
60 g zucchero
i semi di messo baccello di vaniglia (ma mia nonna usava la scorza di un limone)
Sciacquare rapidamente il riso sotto l'acqua corrente. Fare bollire il latte con i semi del baccello di vaniglia. Quando il latte ha raggiunto il bollore, versarvi sopra il riso a pioggia. Coprire con un coperchio e fare cuocere a fiamma bassissima, mescolando spesso. Aggiungere lo zucchero e riportare sul fuoco ancora per 5 minuti, continuando a mescolare con una spatola. Allontanare dal fuoco e mangiare caldo, o tiepido.
Io lo mescolo pensando a mia nonna.
Voi preparatelo pensando a qualcuno che avete amato intensamente, altrimenti non viene bene.
1 commento:
Bello questo post!!! E...aspetto le scarpe...
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