Per la prima volta dopo trentadue primavere insieme, mancherò al suo giorno più importante.
Va bene che sarò "costretta" ad avvinazzarmi dalla mattina alla sera nella città di Giulietta e Romeo.
Va bene che lo farò per lavoro.
E va bene anche che lui non ci tiene ai festeggiamenti, perché lo dice sempre, e col tempo ho imparato a credere che sia la verità.
Ma io quel giorno, il 7 aprile, vorrei essere con lui, e da nessuna altra parte al mondo.
Vorrei abbracciarlo, per come non sa fare nessuno di noi due.
E parlargli un po', ché non lo facciamo mai.
Vorrei ringraziarlo.
Per tante di quelle cose che non so nemmeno da dove cominciare.
Per avere avuto coraggio, per prima cosa, e avere fatto tre figli.
Per avermi dato qualche schiaffo, ché lo so che faceva male a lui più che a me, e per avermi detto una montagna di no.
Perché ha creduto in me quando non era ragionevole farlo e perché ancora oggi pensa che io sia una donna fragile, là dove il resto del mondo vede una roccia algida, o poco più.
Per avermi preso le mani e aver pregato per me, in volo verso Roma su un bimotore, quella volta che c'era nell'aria una tempesta perfetta.
Per Giasone, la margarina e Raffadali, e le altre mille volte che abbiamo litigato.
Per Giasone, la margarina e Raffadali, e le altre mille volte che abbiamo litigato.
Per avermi insegnato che c'è una dignità nel dolore.
E un'etica nel lavoro.
E un'etica nel lavoro.
E vorrei chiedergli scusa anche.
Per non essere una figlia perfetta, né una donna perfetta, come forse si aspettava e come certamente si sarebbe meritato.
Per i silenzi, e le mascelle serrate.
Per i digiuni e i cassetti della scrivania.
Per i pensieri lunghi una vita e tutte quelle flebo.
Per il mio rigore, nonostante tutto così dannatamente simile al suo.
Buon compleanno babbo.
Ti amo più di quanto riesca a scriverne.
Grazie per questi tuoi 70 anni.
Il regalo per il tuo compleanno, come sempre, anche quest'anno sei tu che lo fai a me.
P.S.: mi sa che a questo giro ci tocca abbracciarci sul serio.
Da una ricetta di Luca Montersino.
Per la base:
250 g di biscotti secchi125 g di burro
Per il composto cheesecake:
575 g formaggio fresco spalmabile
170 g zucchero semolato
10 g farina debole
130 g uova intere
60 g tuorli
20 g panna
1 g vaniglia in bacche
Per la ganache al cioccolato:
250 g panna
300 g cioccolato fondente al 70% di cacao
60 g sciroppo di glucosio in polvere
5 g gelatina in polvere
10 g latte in polvere magro
10 g cacao amaro in polvere
Per la finitura (da preparare un giorno prima):
200 g panna
34 g zucchero semolato
5 g cacao amaro in polvere
100 g cioccolato bianco
Il giorno precedente riscaldare la panna con lo zucchero e unire 50 gr di cioccolato bianco fuso. Fare freddare una notte in frigorifero.
Tritare i biscotti al mixer e unirli al burro fuso. Amalgamare bene e usare il composto per fare la base della torta, pressando col dorso di un cucchiaio sul fondo di una tortiera a cerniera apribile foderata di carta da forno.
Per il composto cheesecake: lavorare il formaggio con lo zucchero, aggiungere i tuorli, le uova, la vaniglia, la farina e la panna. Versare sulla base della torta e cuocere in forno a bagnomaria a 140°C per un'ora circa (per stare più tranquilla, io ho impermeabilizzato la tortiera con qualche giro di carta stagnola). Fare riposare e raffreddare in forno.
Per la ganache: bollire la panna insieme al glucosio, al latte in polvere e al cacao. Unire il cioccolato a pezzi e frullare con un mixer ad immersione. Aggiungere la gelatina e versare sulla base di cheesecake dopo aver rivestito il bordo della tortiera con una striscia di acetato. Fare freddare.
Temperare il cioccolato bianco rimasto, versarlo in un conetto di carta da forno e disegnare una griglia rotonda su un foglio di silpat o di carta da forno. Fare solidificare.
Montare la panna col cioccolato bianco e con un sac à poche usarla per decorare il bordo della torta. Poggiare al centro la griglia in cioccolato bianco temperato. A piacere terminare con codette a cioccolato.
Mangiare in fretta, perché è troppo buona.