Un aggettivo.
C'è sempre un aggettivo giusto.
Che sia preciso, onesto, chiacchierino.
Che racconti senza farla troppo lunga come stai.
Quello che fai.
Se ci credi ancora o se hai deciso di smetterla, ché non hai più l'età.
Capita spesso che il mio aggettivo sia così puntuale che io non abbia alcuna voglia di comunicarlo.
Che sia così incredibilmente privo di pietas da salire alle labbra come una lama sottile, e da farmi rabbrividire all'idea che voglia palesarsi.
Oggi non è spesso e il mio aggettivo è innamorata.
Corretto, certo, anche se poco circostanziato.
Senza specifiche e senza perché.
Meravigliosamente generico e festosamente sommario.
Oggi sono così.
Innamorata e basta.
170 g cioccolato fondente
Che sia preciso, onesto, chiacchierino.
Che racconti senza farla troppo lunga come stai.
Quello che fai.
Se ci credi ancora o se hai deciso di smetterla, ché non hai più l'età.
Capita spesso che il mio aggettivo sia così puntuale che io non abbia alcuna voglia di comunicarlo.
Che sia così incredibilmente privo di pietas da salire alle labbra come una lama sottile, e da farmi rabbrividire all'idea che voglia palesarsi.
Oggi non è spesso e il mio aggettivo è innamorata.
Corretto, certo, anche se poco circostanziato.
Senza specifiche e senza perché.
Meravigliosamente generico e festosamente sommario.
Oggi sono così.
Innamorata e basta.
170 g cioccolato fondente
6 cucchiai caffè espresso
20 g burro morbido
10 uova
6 cucchiai di zucchero
Tritare il cioccolato e farlo fondere a bagnomaria insieme al caffè. Allontanare dal fuoco e unire il burro. Fare freddare per un minuto e aggiungere i tuorli uno alla volta. Montare gli albumi con lo zucchero e unire delicatamente la meringa al composto di cioccolato e uova. Riempire i bicchieri e fare freddare in frigo per almeno un paio d'ore.
Mangiare così.
Innamorati e basta.
3 commenti:
Ed io sono innamorata di come lo scrivi :-)
Beh, anche la mousse non mi lascia indifferente...
Innamorata, aggettivo esaltante e nel contempo commovente. Aggettivo che riempie da solo l'universo e taccia chi non ne sente il canto.
Il problema è quando l'aggettivo si accompagna ad un dolce. Può capitare, allora,che gli zuccheri attentino allo smalto del nostro sorriso e che un dentista senta l'impellenza di un intervento.
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