La prima volta che ti ho guardato in faccia non ero mica tanto convinta.
Avevi gli occhi di un colore mai visto, e promettevi un gran chiasso.
Tu che il disordine l'hai nelle vene, e io che la razionalità ce l'ho nel cuore.
Tu che sei nata per comunicare, io per tacere.
Tu che passi la giornata a canticchiare canzoni sconosciute alle orecchie mortali, e io che quando proprio devo dire una cosa la scrivo.
Non eravamo un gran coppia sulla carta, diciamo la verità.
Ci mancavano i numeri, o almeno mancavano tutti i miei.
Perché io non sono mai stata una buona metà di niente.
Ho sempre fatto troppa fatica ad essere un intero mediamente equilibrato per pensare di potermi dividere con qualcuno.
Ma tu non hai chiesto permesso, come tutte le cose migliori.
Sei arrivata per sederti con i jeans sporchi di sugo sul divano di pelle che amo, e addio all'ordine simmetrico dei miei cuscini.
Hai preso i miei fianchi spigolosi e li hai resi morbidi, per poggiarci su i ricci senza farti male.
Hai preteso che ti consegnassi tutte le mie parole, per restituirmele migliori.
Non avevamo le potenzialità per essere una gran coppia, ma adesso lo siamo.
Perché ora che sono più lucida di quella prima volta, penso che il colore strano dei tuoi occhi sia di gran lunga il più bello che c'è.
Perché tu sei l'intero migliore che io conosca.
Perché non credo che potrebbe capitarmi niente di meglio che essere la metà di qualunque cosa, insieme a te.
Non so davvero se saremo per sempre una gran coppia.
Forse ci perderemo per strada, perché io non sarò un motivo sufficiente per rimanere.
Forse ti verranno a noia le parole dense, e cercherai una leggerezza che io non conosco.
Forse, semplicemente, vorrai essere libera, e cercare la tua strada, lontano da me.
Non so se saremo a lungo una gran coppia.
Ma io tiferò per te, e amerò il tuo intero per sempre, anche quando non sarà più la mia metà.
Lo credo.
Lo voglio.
Lo giuro.
Per la pâte sucrée:
105 g burro
50 g uova
175 g zucchero a velo
60 g farina di mandorle
5 g fior di sale
120 g farina debole
340 g farina debole
Per il gelo:
1/2 l succo di anguria filtrato
35 gr amido di mais
zucchero q.b.
qualche fiore di gelsomino
1/2 stecca di cannelle
Per la pâte sucrée. Unire nella planetaria con la foglia il burro a 22-25° C con lo zucchero a velo, le uova e il sale, poi aggiungere la farina di mandorle e la prima quantità di farina. Amalgamare bene, quindi finire unendo velocemente la seconda quantità di farina. Fare freddare la pasta in frigorifero per almeno una notte, stendere ad un'altezza di 3 mm e fare riposare in frigorifero.
Per la pâte sucrée. Unire nella planetaria con la foglia il burro a 22-25° C con lo zucchero a velo, le uova e il sale, poi aggiungere la farina di mandorle e la prima quantità di farina. Amalgamare bene, quindi finire unendo velocemente la seconda quantità di farina. Fare freddare la pasta in frigorifero per almeno una notte, stendere ad un'altezza di 3 mm e fare riposare in frigorifero.
Per il gelo. Tagliare a fette l'anguria, privarla dei semi e passarla al passaverdure. Filtrare il succo e aggiungere lo zucchero, in quantità variabile a seconda della dolcezza del frutto. Sciogliere bene l'amido in una piccola parte di succo, aggiungere il succo restante e portare sul fuoco, insieme ai fiori di gelsomino e alla stecca di cannella. Cuocere a fuoco lento, mescolando continuamente finché il gelo non si addensa. Fare intiepidire, eliminare il gelsomino e la cannella e versare sopra il guscio di pasta. Terminare con le strisce di frolla e infornare a 170°C fino a colorazione. Una volta raffreddata, sformare e decorare con granella di pistacchi.
2 commenti:
Come sempre hai scritto qualcosa che arriva dritto al cuore... nel gelo io ci aggiungo del buon cioccolato al 70% in piccole scaglie... ti abbraccio
Grazie mille, davvero grazie.
Il cioccolato al gelo lo aggiungo anch'io, ma solo se poi non lo faccio passare dal forno.
E... fondente al 70%, per forza, è un'ottima scelta.
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