giovedì 29 novembre 2012

Treccine alla ricotta

Se, dando retta ai Maya, mancano poco più di tre settimane alle fine del mondo... sono in ritardo per moltissime cose:

1. rispondere come si conviene al capo che durante una riunione importante mostra pubblico apprezzamento per il mio derrière... ops... questo l'ho già fatto, e poi ho dovuto cambiare lavoro;

2. annunciare al capo magno cum gaudio l'arrivo di una nuova creatura, solo per vedere la faccia che fa. Ops... anche questo l'ho già fatto, quando ero incinta davvero, il capo era un altro, ma il lavoro è andato a farsi benedire allo stesso modo. Forse è meglio cambiare argomento, ché se mancano tre settimane alla fine del mondo... poco me ne cale di lavorare;

3. fare un bagno a mare, oggi, in costume adamitico, con la laringite, la tosse e tutto il resto... e se anche mi venisse una broncopolmonite... niente aerosol e... chissenefrega;

4. mangiare una quantità indecente di ciambelle fritte, e non fare niente, ma  proprio niente per smaltirle;

5. andare a correre, solo perché mi va, senza pensare alle ciambelle;

6. dirgli che l'amo;

7. fare un comunicato a reti unificate, come quello del Presidente della Repubblica la sera del 31 dicembre, e chiedere alla nazione un favore di carattere personale: quello di segnare l'accento sul e l'apostrofo di troncamento quando si scrive un po'. E già che ci siamo... rivolgermi ai massimi vertici mondiali in fatto di tecnologia per eliminare gli smile dall'opzione grafica di pc e telefonini;

8. confessare al mio cane che è una tra le persone migliori che io abbia mai conosciuto;

9. rileggere Se una notte d'inverno un viaggiatore e La montagna incantata, ché ne vale sempre la pena;

10. guardare mia figlia negli occhi, e pensare che se anche fosse servita a passare soltanto un giorno con lei... questa vita è stata senza dubbio un regalo meraviglioso.


Da una ricetta di Luca Montersino:
170 g farina
125 g zucchero
190 g ricotta
4 g baking
2,5 g sale
la scorza grattugiata di 1/2 limone
1 uovo per spennellare
zucchero per terminare

Amalgamare tutti gli ingredienti fino ad ottenere un impasto liscio ed omogeneo. Modellare delle palline da 60 gr ciascuna, formare dei piccoli filoni e poi delle treccine. 
Disporle su una leccarda rivestita con carta da forno, spennellare con l'uovo appena sbattuto e cospargere di zucchero. Infornare a 150° fino a colorazione.

lunedì 26 novembre 2012

Tartufi al pistacchio

Sembra la fine del mondo, ogni anno, a novembre. 


La fine del mio mondo.
Quello fatto di capelli raccolti sulla nuca e ginocchia nude a sferzare il vento, di costumi neri e occhiali a specchio, di sole negli occhi e speranze nel cuore.

Poi però mi ricordo che novembre ha un buon odore.
Sa di bimbe dagli occhi belli e di torta di mele a colazione.
Di lunghe notti davanti al pc, ché lavorare a quello che ami non stanca mai, e di corse al parco la mattina presto, quando il male dorme ancora e tutto sembra tecnicamente possibile.

Sa del pane più buono, impastato con la zucca e fatto lievitare per ore coperto da un torcione di cotone bianco.
Della prima, della seconda e della terza pioggia dall'inizio della scuola. 
Della sciarpa che non ti fa smettere i brividi, ma ti scalda i ricordi.

Sembrava la fine del mio mondo, ma non lo è più.
È il mese dei destini migliori, e non può che essere meraviglioso.
È un nuovo equilibrio, un nuovo mondo, una nuova vita.



150 gr pistacchi sgusciati, tostati e finemente tritati
150 gr cioccolato bianco
75 gr cioccolato fondente
75 gr panna fresca

Tritare insieme i due tipi di cioccolato e versarvi sopra la panna bollente. Mescolare delicatamente finché il cioccolato non sia perfettamente fuso, e porre in frigorifero a raffreddare per un paio d'ore. Appena il composto risulta lavorabile con le mani, formare delle palline di circa due cm e mezzo di diametro e passarle nei pistacchi tritati. Fare riposare ancora un'ora in frigorifero prima di consumare. 

Mangiare in punta di piedi, alla ricerca di un nuovo equilibrio.

lunedì 19 novembre 2012

Tiramisù old style

A vent'anni era tutto molto diverso da adesso.

Il mio cane era nato da poco, e non conosceva mani che non fossero le mie.
Passavo le giornate sui libri, credendo che questo avrebbe cambiato il mondo.
Cominciavo appena ad abituarmi all'idea che la mia amica di sempre non facesse più parte del mio quotidiano, ma che non sarebbe comunque mai uscita dalla mia vita.
Viaggiavo sempre, e partivo senza chiedere permesso.
Dormivo lunghe e beate notti di sonno, in un letto enorme.
Avevo una sola religione: quella del silenzio.
Andavo a letto truccata, e mi svegliavo uno schianto.

Oggi di anni ne ho trentadue.
Il mio cane ci sente poco, ha bisogno di uscire spesso, ma mi guarda con occhi sempre più innamorati.
Il mio tempo è ancora scandito dai libri, e anche se credo che negli anni abbiano cambiato soltanto me, ne è comunque valsa la pena.
La mia amica è un miracolo che si rinnova ogni giorno.
Se mi allontano un paio d'ore ho bisogno di un'organizzazione capillare che neanche la NASA ne ha una uguale.
Dormo poco, e male, in un letto sovraffollato e chiacchierino.
Ho imparato a comunicare, a volte, se sono di buon umore, e ascolto musica buona, se qualcuno me la insegna.
Mi strucco prima di andare a letto, in un lento rituale di noia, e mi sveglio con i capelli in disordine, e gli occhi sempre gonfi.

Ma oggi c'è mia figlia accanto a me, e sono felice.


Per il biscotto savoiardo, da una ricetta di Maurizio Santin:
90 g farina
150 g albumi
125 g tuorli
125 g zucchero
38 g fecola
zucchero a velo o semolato q.b.

Per la crema al mascarpone di mia nonna:
5 tuorli
5 albumi
5 cucchiai di zucchero

500 g mascarpone

Per i savoiardi. Montare i tuorli con 2/3 dello zucchero e gli albumi a parte, con lo zucchero restante. Mescolare la farina e la fecola, setacciarle e incorporarle ai tuorli montati, avendo cura di non sgonfiare il composto. Unire delicatamente la meringa. Versare in una leccarda foderata con carta da forno, spolverizzare con zucchero a velo o semolato e cuocere a 180° fino a colorazione.

Per la crema al mascarpone di mia nonna. Montare i tuorli con lo zucchero fino a renderli bianchi e spumosi, aggiungere il mascarpone lavorato un po' con la spatola, per renderlo più morbido. Per ultimi unire delicatamente gli albumi montati a neve.

Caffè
Caffè solubile q.b. (anche questa è del cuoco nero, non della nonna)

Coppare il savoiardo e ricavarne dei biscottini. Inzupparli leggermente nel caffè e disporli sul fondo del bicchiere, coprirli di crema al mascarpone ed eventualmente ripetere l'operazione per ottenere un secondo strato. Terminare con una spolverata di caffè solubile.

Mangiare con la spensieratezza dei vent'anni, e con la gioia dei trenta.

domenica 4 novembre 2012

Budini di riso toscani

I lunghi weekend delle feste, quelli che passi lontano da casa a lavoraresembrano inventati per farti sopraffare dalla malinconia.

Ti tornano in mente storie, posti e volti che credevi sopiti.
Odori silenziosi e voci colorate, in slow motion, per appesantirti l'anima.

Il profumo del Pan co' Santi, dalla città benedetta e maledetta insieme.
L'erba cipollina appena tagliata, sopra una ciotola di letterine in brodo, quando la cena in albergo era già liberazione, era già quasi casa, era già quasi vita.
La vestaglia di mia madre, dove sorgerà e tramonterà il sole per sempre.
Le mani ossute del nonno, fredde e rosse come sarebbero diventate a breve le mie, a insegnarmi il valzer elegante delle pagine che si separano adagio, per poi ritrovarsi in fretta.

Semplice e complessa insieme.
Così è la logica della vita, degli amori e dei ricordi.
Folle e irresponsabile.
O soltanto, terribilmente illogica.



Per la pasta frolla, questa qui.

Per il ripieno:
600 g latte
100 g riso originario
60 g zucchero
1/2 stecca di vaniglia
scorza di un'arancia biologica
2 albumi e 1 tuorlo
un pizzico di sale

Sciacquare il riso sotto l'acqua corrente. Portare a bollore il latte con la vaniglia e la scorza d'arancia e versarvi il riso a pioggia. Portare il riso a cottura mescolando spesso e allontanare dal fuoco. Quando il riso si sarà intiepidito, eliminare la vaniglia e la scorza d'arancia, poi aggiungere il sale, lo zucchero e le uova.

Foderare con la pasta frolla degli stampini ovali e cuocere in bianco a 180° per 15 minuti. Poi riempire i cestini precotti col composto di riso e infornare a 170° per 30 min circa.

Spolverare di zucchero a velo e mangiare senza ricordi.