Per me il carcere era:
- un posto brutto, per persone brutte;
- passarci del tempo voleva dire necessariamente scontare una pena;
- aveva un unico problema: quello del sovraffollamento.
Oggi che ogni mattina varco cancelli, deposito telefoni e affronto sacrosanti controlli di sicurezza, ho molti dubbi, poche certezze, e credo che la galera non la conoscerò mai del tutto.
Però posso dire che ogni giorno le persone compiono azioni giuste o sbagliate, dentro e fuori dal carcere, ma che sono e restano innanzitutto persone.
E che la bellezza può raggiungerci ovunque, e non bisogna smettere di esserne grati.
Per questo ai "miei" ragazzi, quelli della Pasticceria Giotto del Carcere di Padova, che non leggeranno questo post, ma che ieri hanno mi hanno regalato un momento di bellezza, voglio dire grazie. Grazie davvero.