Ho voglia di qualcosa di buono stasera.
Mi perdonerà la buon'anima di Ambrogio se per oggi snobberò le sue pudiche profferte culinarie.
Ma il mio appetito necessita di qualcosa di più sano di un goloso cioccolatino d'annata.
Ho bisogno di un cuore gentile che dia riposo al mio.
Di ragionamenti sopraffini che mi facciano sentire stupida, e incredibilmente felice.
Di imparare parole che non conosco, che fanno bene alla pelle e anche alle vene, ne sono sicura, e poi di inventarne di nuove, senza matrice.
Voglio rime baciate e prose farraginose.
Peani d'amore e distici di guerra.
Voglio guardare gli occhi che amo, così scuri e chiari insieme, e non riuscire a trovarne di uguali da nessun'altra parte.
Contarle tutti ricci, e addormentarmici dentro, beata.
Voglio lei, ed è qui con me.
Non ho bisogno di nient'altro stasera.
Da una ricetta di Luca Montersino:
300 g farina di riso
200 g farina
200 g burro
175 g zucchero
65 g tuorli
1 baccello di vaniglia
Impastare tutti gli ingredienti a mano o in planetaria e fare riposare la frolla di riso in frigorifero per un paio d'ore. Stendere con il matterello e tagliare con il coppapasta della dimensione desiderata. Fare freddare nuovamente in frigo per mezz'ora almeno, poi infornare a 180° per dodici minuti circa.
Conservare in scatole di latta.
Mangiare con le dita perse tra i ricci.
I suoi.
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