Ci sono sere in cui devi cucinare.
Anche se non sei a casa tua.
Anche se non hai la tua cucina a disposizione.
Devi assolutamente cucinare.
Altrimenti... i pensieri si affollano, la mente divaga, la memoria si sveglia.
Sere in cui è bene avere delle regole fisse da seguire, un imprescindibile iter da compiere.
Sere in cui è meglio tenere le mani impegnate, e il cuore a riposo.
Sere come questa, in cui l'unico modo per fermare il corso galoppante dei pensieri è... cucinare qualcosa.
Un dolce, per quello che mi riguarda.
Ma credo che in altre condizioni, per altre persone forse, possa funzionare anche qualcosa di salato.
Stasera ho preparato un gelato alla vaniglia.
Con la ricetta di Maurizio Santin.
Bilanciata al milligrammo.
Semplicemente perfetta.
Domani l'accompagnerò con un po' di salsa mou, dei filetti di mandorle tostate e delle scaglie di cioccolato fondente.
Domani però.
Adesso il gelato è ancora in frezeer, e io ho fotografato i fiori che mi ha portato mia figlia, di ritorno da una breve passeggiata intorno casa.
Il gelato è ancora in frezeer, ma io ho fotografato il dolce più dolce che c'è.
400 g latte
4 tuorli d'uovo
1 stecca di vaniglia
125 g zucchero
400 g panna fresca
160 g latte condensato
Mettere sul fuoco il latte con la bacca di vaniglia e spegnere non appena raggiunge il bollore.
Rompere le uova con la frusta, aggiungere lo zucchero e unire il latte bollente, la panna e il latte condensato.
Setacciare il composto con un colino cinese e riportare sul fuoco a fiamma moderata. Spegnere il fuoco appena spicca il bollore, fare raffreddare velocemente, coprendo il composto con della pellicola a contatto, e versare in gelatiera.
Conservare in freezer in contenitori ben puliti.
Mangiare con brio.