lunedì 30 settembre 2013

Torta cioccolato e pere

N. 2

Non ci credo.
A chi dice di non avere tempo.
A chi dice di non avere spazio.
A chi dice di non avere forze.

Il tempo si crea, senza subirlo.
Lo spazio non è una camera stagna: si dilata in forme e dimensioni sconosciute, direttamente proporzionali alla nostra capacità di muoverci, e di andare.
Le forze sono il riflesso dei sentimenti che proviamo, e della capacità che abbiamo di donarli a chi abbiamo accanto.

L'attenzione è un istinto insopprimibile, non un dovere codificato. 
Viene dalla natura, non dalla legge.
Ed è un minimo sindacale.

Da garantire sempre.
Di libeccio e di maestrale.
Di scirocco e di grecale.
Il lunedì mattina alle sette e un quarto, e il venerdì sera a mezzanotte.

Perché di qualunque genere e in ogni colore... l'amore è cura, questo è l'amore.
Non c'è deroga.
Non ci sono ferie.
Non esistono compromessi.



Da una ricetta di Luca Montersino:

135 g uova
25 g tuorli
180 g zucchero
18 g miele
150 g farina di riso
30 g cacao
1,5 g baking
40 g olio evo
1/2 g sale
1/2 baccello vaniglia
350 g pere Abate

Montare le uova intere con i tuorli, lo zucchero, il miele, il sale e i semi del baccello di vaniglia, fino ad ottenere un composto spumoso. Unire la farina di riso setacciata insieme al cacao e il lievito, continuare a mescolare aggiungendo l'olio a filo e le pere tagliate a cubetti. 
Versare il composto in una tortiera unta d'olio e spolverata con farina di riso e infornare a a180°C per 30 minuti circa.

Mangiare nel tempo e nello spazio che servono.

sabato 28 settembre 2013

Limone in tazza

Non ci credo.
A chi dice di non avere tempo.
A chi dice di non avere spazio.
A chi dice di non avere forze.

Lo hanno provato recenti ricerche scientifiche, ma in fondo lo sappiamo da sempre.
Chi passa la vita a lamentarsi fa male.
Non soltanto a se stesso, ma anche a chi gli sta intorno.
A noi che lo stiamo a sentire.

Non mi ricordo bene la portata del danno documentato dallo studio accademico, ma presuppongo che comporti alcune manifestazioni fisiche evidenti, tipo:
- invecchiamento precoce;
- opacizzazione della pelle, immediata e irreversibile;
- gonfiore di stomaco modello "bevo otto birre, ogni sera, per cena, più o meno da quando ho smesso di prendere il latte";
- cellulite diffusa, anche sui gomiti, sia maschile che femminile;
- ingiallimento delle arcate dentali.
Su quest'ultimo punto non sono proprio sicura, ma quasi.

Liberi tutti.
Di non avere tempo e di non trovare lo spazio.
Di non avere le forze.
Di lamentarsi dalla mattina alla sera.
Liberi tutti.
Io... mi faccio solo un po' più in là.
  

40 g burro morbido
160 g zucchero
2 uova
la scorza di mezzo limone grattugiata
2 cucchiai di farina debole
1/2 cucchiaino di lievito
80 g succo di limone filtrato
250 g latte

Lavorare insieme a lungo burro e zucchero, unire la scorza del limone e i tuorli e frustare bene. Aggiungere la farina setacciata col lievito, poi anche il latte e il succo di limone. Quando il composto sarà omogeneo, unire gli albumi montati a neve. Versare in cocottine imburrate, infornare a 180°C e cuocere a bagnomaria fino a colorazione (venti minuti circa).

Mangiare con gioia, senza lamentarsi.

mercoledì 25 settembre 2013

Tricotti

Questi biscotti sono come me.
Lunghi lunghi, e secchi.
Senza pelle tra dentro e fuori.
Ricchi di spigoli, più che di curve.
Profumati, ma solo per chi ha un tempo pari a una vita, o poco più.

Abbiamo una consistenza complessa, che nasconderemmo volentieri.
Non facciamo troppo rumore.
Assorbiamo gli umori con una violenza fastidiosa.
Ci spezziamo, certo, ma non ci pieghiamo mai.



250 g farina
100 g lievito madre
40 g burro (ma la ricetta originale prevede strutto)
50 g zucchero
50 g acqua
1 pizzico di sale

Mescolare la farina con l'acqua, il sale e il burro, quindi unire il lievito madre e lo zucchero e impastare a lungo fino ad ottenere un impasto liscio e omogeneo. Formare dei biscotti larghi un cm e lunghi circa otto, poggiarli su una leccarda coperta di carta da forno e farli riposare fino al raddoppiamento del volume. Infornarli a 240°C per dieci minuti, quindi spegnere e lasciare riposare. Infornare a 150°C per altri dieci minuti, quindi spegnere e fare riposare. Ripetere l'operazione l'ultima volta, infornando i biscotti a 150°C per dieci minuti, quindi spegnere e lasciare riposare. 

venerdì 20 settembre 2013

Delizie di mele

Mi piace scrivere.
Non so se è la cosa che mi riesce meglio, in generale, ma di sicuro mi piace.
A volte penso che dovrei dedicarmi alle antiche discipline orientali, allenarmi per la maratona o semplicemente riempire il frigorifero di pasticcini.
Poi ogni altro pensiero si scontorna, diventa evanescente, e piano piano sparisce.

Non ho mai capito in che cosa consista esattamente l'ispirazione, se così si può chiamare, né se funzioni per tutti allo stesso modo. 
Per me è un richiamo sottile, quasi un prurito.
Posso ignorarne la voce per giorni, settimane anche, far finta di non sentirla nemmeno.

Poi ogni volta, lo stesso copione.
Ancora in piedi accendo il pc, scostando dal viso la ciocca che da trentatré anni staziona indomita sulla mia fronte.
Faccio la vaga, mi collego al social più social che c'è.
Finisco per sentirmi un po' social anch'io.

Mi arrendo. 
Word.
File. 
Apri nuovo documento vuoto.
Cedo alle parole.

Mi abbandono alla scelta, mi faccio possedere.
È un amore sempre nuovo.
Un piacere ingenuo e perverso, infantile e raffinatissimo.
E mi sento felice.



Da una ricetta di Luca Montersino

Per la sablée Breton:
55 g tuorlo
130 g zucchero
160 g burro
4 g sale
225 gr farina
15 g lievito
4 g cannella in polvere

Per il clafoutis:
90 g uova
30 g tuorlo
65 g zucchero
40 g farina
10 g rum
100 g latte
100 g panna
15 g burro
50 g uva sultanina

Per la composta di mele:
500 g mele pink lady
50 g miele di acacia
50 g zucchero
15 g agar agar
80 g burro

Per finire:
cannella in polvere
gelatina neutra a freddo

Per la sablée Breton. Montare in planetaria il burro con lo zucchero e unire a filo i tuorli. Sostituire la foglia alla frusta e unire le polveri mescolate insieme. Fare freddare in frigorifero per un paio d'ore.

Per il clafoutis. Mescolare le uova e i tuorli con lo zucchero e la farina fino ad ottenere un composto liscio. Aggiungere il latte, la panna, poi il burro fuso e il rum. Versare il composto in una brocca o in un chinois a pistone.

Per la composta di mele. Sbucciare le mele e tagliarle a pezzetti, miscelarle con gli altri ingredienti e riporle in un contenitore di vetro. Sigillare bene con pellicola resistente al calore e cuocere per venti minuti al microonde, così da creare un sottovuoto. Una volta cotte le mele, frullarle con un mixer e fare riposare la composta in frigorifero.

Stendere su un piano la pasta sablée e coppare dei dischetti con cui rivestire i fondi di uno stampo da tartellette in silicone. Bucare i dischetti con i rebbi di una forchetta e cuocere a 180°C per quattro minuti.
Fare ammorbidire l'uva sultanina in acqua calda e poi scolarla. Riporre qualche chicco di uva su ogni dischetto, poi riempire gli stampi con il composto per clafoutis fino a 3/4 di altezza e infornare a 140°C per un quarto d'ora. Una volta cotti, passare subito in abbattitore o in freezer.
Aggiungere la composta di mele fino a riempire lo stampino e riporre di nuovo in freezer. Lucidare con gelatina neutra a freddo, quindi terminare con una quenelle di composta di mele, una spolverata di cannella in polvere e decorare con buccia di mela tagliata sottilmente.