mercoledì 22 giugno 2011

Confettura di albicocche

Ho voglia di cucinare.
Di imbrattare spatole e fornelli.
Di stupirmi davanti alla magie della planetaria.
Di usare un sifone, e di ammirarne basita i risultati, ogni volta come se fosse la prima.
Ho voglia di prendere un cannello, ed annusare l'odore buono che fa lo zucchero quando comincia a caramellare.
Di regalarmi un dolce importante, di quelli che ti fanno tremare le ginocchia, ma che poi ti inevitabilmente ti tolgono il respiro.
Ho voglia di tutte queste cose, e di molte altre ancora.
Ma quello che vorrei, più di ogni altra cosa, è non dover mai vedere piangere una persona che amo così tanto.
Mai più.
Perché questo mi toglie qualsiasi desiderio, e qualsiasi voglia.
Anche quella di cucinare.


1 kg albicocche
250 g zucchero
la scorza e il succo di un limone biologico
qualche seme di cardamomo

Lavare le albicocche e privarle del nocciolo. Aggiungere lo zucchero, il succo e la scorza grattugiata del limone, i semi di cardamomo e fare riposare per qualche ora in un luogo fresco. Eliminare i semi di cardamomo e travasare il composto in una pentola. Portare a bollore e cuocere dolcemente per 30-40 minuti. Schiumare ogni tanto se necessario. Versare il composto ancora bollente in un barattolo sterilizzato, tappare e capovolgere fino a raffreddamento.


mercoledì 8 giugno 2011

Lemon cake

Piccoli e profumatissimi. 
Questi dolcetti sarebbero deliziosi per accompagnare una bollente tazza di tè, alle cinque in punto.
Ma adesso non è stagione di tè pomeridiani, e alle cinque... ultimamente ho un po' da fare.
E allora... li ho mangiati stamattina a colazione e sono stati una piacevolissima sorpresa.
Così piccoli, così profumati.
Così incredibilmente lemon.



Per le mini cakes:
3 uova
120 g zucchero a velo
2 limoni biologici
210 g farina 00
1 cucchiaino e 1\2 lievito chimico
80 g burro
40 g latte


Per la glassa:
zucchero a velo
succo di limone


Per le mini cakes. Sbattere le uova con lo zucchero. Unire la scorza grattugiata e il succo dei limoni, poi montare il composto. Aggiungere la farina setacciata col lievito, il burro fuso e raffreddato ed infine il latte, ad allentare il composto.
Infornare a 200° per 10 minuti, poi scendere a 170° e continuare la cottura per altri 30-35 minuti.

Per la glassa. Unire il succo filtrato del limone allo zucchero a velo.

Quando i dolcetti sono usciti dal forno e raffreddati, glassare e decorare con zeste di limone.

giovedì 2 giugno 2011

Cheesecake ai frutti di bosco

Con questa foto partecipo ad un contest, questo, il primo per me.



Un contest... fino a qualche mese fa non avevo nemmeno idea di che cosa fosse. Se penso che adesso mi sono decisa a partecipare mi viene quasi da ridere. Ma Roberto (Murgia ndr) è stato così carino: è venuto a prendermi su piccolapasticceriasperimentale e mi ha invitato di persona... come potevo dirgli di no? E allora... che contest sia! Non si sa mai che mi prenda di coraggio, e ci faccia l'abitudine!

La ricetta è sua, viene da qui.
Con una piccola variante antigastrite, per venire incontro al mio stomaco malconcio: ho giusto sostituito i biscotti al cacao con semplici frollini secchi, e il caffè ristretto con la stessa quantità di latte intero.

Sono cheesecake ai frutti di bosco.
Piccole, freschissime e... deliziose.

mercoledì 1 giugno 2011

Torta topolino

C'era un tempo molto lontano, forse mille anni fa, in cui avevo tempo. 
Tempo di fare, di scrivere, di pensare. 
Tempo di fermarmi a riflettere. 
Tempo di stare zitta, che ogni tanto fa bene.
Adesso quel tempo non esiste più.
La mia vita è caos.
Un'agenda fitta di impegni.
Un mucchio di importanti responsabilità.

Un po' di stress.
Lo stomaco che si lamenta.
I muscoli che si rilassano.

Pazienza.
Lo stress passerà.
Lo stomaco imparerà a tacere.
I muscoli torneranno a tendersi.

Per adesso... mi sento viva. 
E va bene così.

Da quel tempo lontano, però, ogni tanto affiora un ricordo.
Oggi è tornato questo.



Questo piccolo topolino.
Posizionato su questa torta di compleanno.



Questo piccolo topolino mi ha fatto impazzire per qualche settimana.
Perché era seduto.
Perché era piccolo.
Perché erano le mie prime esperienze con la pasta di zucchero.
Ma, soprattutto, perché doveva strappare un sorriso ad un bambino.

Oggi, a distanza di qualche mese, riesce ancora a strappare un sorriso a me.